Andrea De Luca Italia – egografie

bavabeccaris

contro il torpore adamantino dello scoglio
disperso disparo e sparso
spoglio di coesione
alfiere dello schianto

sono tutta la ressa che rimane
in calce al pogo di lacrime che chiamavi
pianto

paragrafo fatale senza punto
alla ferale periferia del canto
vedovo di contrappunto

svestito lutto
sono tutto un concerto di spazi
battigia battuta da brezze
fola di miele
filo di fiele
ecco
   si sfalda?
       l’arazzo

niente più calma, foresta profonda

che tu sia per me il bisturi

abdicato chirurgo dentro vicoli di vene
occluse
vivo interno inferno di serrature vergini
vane in una nostalgia di chiavi
confuse
vuote in una sinfonia di soglie
ferme al via di questa vecchia salma d’aspetto
febbrile di doglie
        che mi rispecchia

di’ il nome
o fendimi

***

discogaza

qualche sfumatura d’urgenza sta nel pettine
sgualcito tra nodi che delirano
o è parvenza
il tuo tardivo tentativo d’ordinarmi?

non so stare più tra denti
lerci non più esile crine
lingua
   non
    più
     esule
esuvia   striscia   via su bassi uptempo
in bocca al vento     apocalisse di passi


Andrea De Luca Italia, nato a Roma, nello stesso anno in cui esce (What’s the story) Morning Glory?. Suoi lavori di narrativa (molto) breve sono apparsi in giro per il web, su riviste/blog come Bomarscé, Pastrengo, multiperso, Blogorilla Sapiens. Due racconti sono carambolati in due antologie, edite rispettivamente da Mondadori (2020) e Nona (2022). Nel 2022, tra l’altro, ha visto la luce stasi inquiete (Eretica, 2022), la sua prima raccolta di poesie. Beve tè. Legge molto Cortázar, molta Lispector, forse troppo.


Letizia Carattini, nata a Santiago del Cile nel 1993, ha vissuto per vent’anni in Svizzera. Trasferitasi a Milano, ha frequentato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Dall’inizio del suo percorso di maturità umana e artistica approfondisce il tema della figura, rielaborata in modo da enfatizzarne l’aspetto percettivo. La sua ricerca è volta a rappresentare la memoria umana collettiva attingendo con particolare attenzione a fonti letterarie. Tramite una trama pittorica soffusa, dalle sue opere emerge la percezione delicata dello spazio vuoto, specchio sottile del rapporto dell’uomo con l’infinità dell’Universo. I suoi ritratti sfumati fanno parte del ciclo Una passante: nonostante il singolare, i protagonisti sono due, l’osservatore e l’osservato (non sempre consapevole), in un rapporto di reciprocità costante all’interno di un gioco delle parti.



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