~ da Ritorno nelle camere semiaperte
Scambiarsi i corpi mutevoli fibre di carne
i genitali per l’ultima volta prima che muoiano – appassiti in un vizio scomparso
cavi coassiali strecciati sterili – abbracci smagnetizzati – che cadono
sciogliendo i nodi degli anni, le immagini perdute, le passioni gelate.
La sintesi può salvare solo l’immagine
trasmigrazione di segnali elettrici codificati
in celle nanometriche (e meno) dove si può consultare –
dopo che lo scambio sarà avvenuto con successo
– che la mano diventi polvere,
che i polmoni diventino esalazione,
che il corpo diventi una gabbia,
che l’Io diventi golem.
***
Nel braccio meccanico del rifiuto si trova la pila di risme
persa dalla realtà davanti a sfere gialle strabuzzate dall’angoscia
per l’ennesimo sdegno – l’ennesimo scarto stella di conoscenza
ingabbiato nella prestazione perenne.
La risposta è il sangue sputato e versarlo in calici diafani
colarlo di gradino in gradino, di carne in osso e da sforzo in serratura
di fasci, nervi sovrapposti che moltiplicati fanno nevrosi;
la risposta è il sangue raggrumato e scolpito, farlo più forte di roccia
stretta in una torre catartica – perfetta fino all’ultimo foglio restante sulla cima
dove un urlo si espande rompendo globuli in una vittoria del più forte
– dove il ferro resta pietra angolare.
***
~ da Affetti comuni
Ultima visita
Tolti i cani che abbaiano
– rumori cose varie
ora riesco a dormire bene riesco a dormire
bene, il prossimo controllo fra 5/6 mesi
e l’arrivederci col foglio bianco
con la prescrizione del mio destino
con la stessa esattezza di un indovino
una fine: o nuovo inizio:
“una dose in meno per tot giorni
un’altra dose in meno per tot giorni
[…]
poi sospendi”
sospendi:
come le mie gambe sollevate
come le mie braccia sollevate
e il dito indice portato dall’esterno verso la punta del naso,
prima a occhi aperti e poi a occhi chiusi,
il martelletto a battere, rinsaldare l’attenti, il “chivalà” del mio corpo
esile fasciatura di carne insicura, rigida
– e dinoccolata tra le funi invisibili circensi
del lettino approntato alla visita
sospensione
pressione
lo sfigmomanometro trema: trema quasi quanto me:
bene, posso rimettere le scarpe
sospensione
sono sospese quelle parole nella mia testa:
come un funambolo che ha percorso qualche metro
su una fune sospesa chilometri
esco.
Sospensione.
Una camera
È stato tutto quanto falsificato da un bollo intangibile
un ghigno uno sguardo un gesto con le dita
il disordine la polvere briciole buste dell’immondizia
e te ne sei andata senza preavviso senza se senza ma
la chiave gettata nel vuoto della tua camera
come te gettata in chissà quale vuoto

Angelo Passiatore, nato nel 2001, frequenta il DAMS all’Università del Salento e nutre la passione per la letteratura dividendo il suo tempo tra studio, scrittura e lettura. Si possono trovare altre sue poesie sulle riviste «L’Equivoco» e «Limen Pastiche».
Gabriele Merlino, (1999) torinese, laureato alla Libera Accademia d’Arte Novalia di Alba. Nel 2022 partecipa al concorso di Inchiostro Festival e ai concorsi “GotTica” e “Tra guerra e pace. Ieri oggi e domani”, ricevendo una menzione speciale in tutti e tre i bandi. Collabora attivamente con diverse riviste indipendenti, cercando un suo spazio nel panorama editoriale..
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