di Jacopo Verworner
C’était un rendez-vous
Aveva speso l’intera settimana per prepararsi a quell’appuntamento. Non essendo avvezzo, ci aveva anche chiesto consiglio su come vestirsi, e quali profumi utilizzare. Arrivò al luogo convenuto con largo anticipo. Lei non si presentò.
Passò la notte vagando per le strade del centro, a decidere cosa avrebbe fatto accadere dopo. All’alba suonò tre volte a casa nostra, dopo aver percorso a piedi il viale coi cipressi. Nessuno rispose. Intorno, gli spettatori continuavano a scuotere la testa.
***
Le rayon vert
Doveva essere uno scherzo. Lei gli avrebbe confessato di essere inguaiata, noi nascosti sotto il letto avremmo ascoltato la sua reazione, e poi saremmo spuntati fuori ridendo. Non andò come previsto, e non a causa di lui, che anzi si mostrò composto, maturo, e pronto a prendersi le sue responsabilità.
Fu lei a restare spiazzata dal suo comportamento. Peggio: irritata. Iniziò a rovesciargli addosso passate mancanze, la sua sistematica sottovalutazione dei problemi, la sua insopportabile leggerezza. Nessuno di noi ebbe il coraggio di uscire da sotto il letto e interromperli.
Lui aprì la porta a vetri e uscì in terrazza, mentre lei continuava a parlargli contro. Fuori la città era buia e le vie del tutto deserte, ma già rompeva il vuoto il canto di qualche passero. Sotto, l’asfalto nero della strada lo chiamava a lasciar perdere.

Jacopo Verworner nasce e si forma a Firenze e dintorni. Intorno ai trent’anni, a seguito di una poco riuscita carriera accademica, lascia l’Italia e vaga in cerca di quiete, agi e comodità. Finisce per arenarsi in Svizzera, dove già aveva passato beati mesi di castigo in adolescenza, e dove tuttora vive, dividendosi tra Crisopoli e Widmad. Per soldi scrive di economia e politica monetaria, per diletto scrive delle cose che gli passano attorno. Ha pubblicato su «Micorrize» una serie di racconti ispirata al suo periodo francofortese, e su «In Allarmata Radura» un saggio sulla vita da esiliato in Svizzera. Per «L’Appeso» ha scritto il racconto pubblicato in tre parti Dell’amministrazione dei sacramenti (o dell’iniziazione ai misteri).
Alessandra Comaroli è originaria della provincia di Brescia, classe 1973, architetto di professione. L’arte e la poesia la appassionano da sempre. Il collage analogico è diventato la sua “striscia di prato al sole”.
Vuoi sostenere L’Appeso?

Lascia un commento